giovedì 24 maggio 2012

La ragazza che danzava per Mao



















I libri di Ciu Sciaolong (o Qiu Xiaolong, per chi non ama le traslitterazioni fatte in casa) sono accoglienti. Alcune pagine ti fanno proprio sentire a tuo agio, in pace, sdraiato sul divano, con una tazza di tè fumante e del buon dim sum. Forse mi fanno questo effetto perché l'oriente è parte di me (e quindi un po' è casa), ma indubbiamente questo autore cinese ha il pregio di accorciare le distanze (che nel mio caso sarebbero di circa 8000 chilometri, o forse più).
Questi libri a mio parere sono imperdibili per chi è affascinato dalla Cina (e forse ancor più per chi non lo è), perché ti aprono una finestra piacevolissima su un mondo di cui obiettivamente noi occidentali non sappiamo niente (e di cui il più delle volte non ci frega niente). E così scopri che i cinesi vivono in "minuscoli spazi vitali", che Mao per alcuni è ancora un culto e che la cultura del cibo che hanno loro noi ce la sognamo.
E poi c'è il giallo. Che è un po' lento e a tratti un po' noioso. E suona davvero solo come un pretesto, per poter raccontare di Shanghai, dei poveri che ci vivono, dei ricchi che ci vivono, dei politici, del cibo, delle contraddizioni enormi di un paese enorme.
Da leggere, insomma.

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