domenica 7 marzo 2010

Sotto i venti di Nettuno



Il giallo più introspettivo della serie di Adamsberg, dove il commissario, in pericolo e invischiato in situazioni estreme, è completamente messo a nudo.
E così tutte le sue imperfezioni e la sua umanità vengono fuori, sfatando il mito del commissario "perfetto", che non sbaglia mai e in cui la logica non prende mai il sopravvento.
Un giallo ambientato tra Parigi, Strasburgo e il Québec, in un turbine di eventi che ruotano nientemeno che attorno al commissario, il quale arriva a dubitare di se stesso e dei suoi più fidati (Danglard), cercando nuove alleanze e nuovi punti di riferimento.
Come al solito la storia è ricca di simbologia, e questa volta sono coinvolti Nettuno e il suo tridente, che uccide con furia vendicatrice, la simbologia cinese e il diavolo; ma la complessità dell'intreccio si contrappone alla semplicità dei personaggi, o meglio degli "aiutanti magici" dell'eroe in pericolo: gente genuina, che ragiona col cuore, e che fa tornare ad Adambserg, "lo spalatore di nuvole", fiducia nelle sue intuizioni, nelle sue divagazioni.
Meravigliosa la traduzione italiana di Yasmina Melaouah, che in questo frangente deve cimentarsi nel "quebecchese" e rende perfettamente l'idea di un francese che mescola parole vetuste e contaminazioni inglesi "moderne".
Naturalmente anche Camille fa la sua comparsa, con molte novità al suo seguito, e non mancano personaggi un po' forzati, come la vecchia hacker che aiuta il commissario nascosto nel suo "bunker" di Clignancourt. Forse Fred Vargas a volte si fa prendere la mano, ma la sua scrittura diventa sempre più forte e tagliente.
10 e lode.

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