sabato 24 ottobre 2009

La signora scompare



Adoro questo film, ma ammetto di averlo sempre visto nella versione remake del 1979, con Cybill Shepherd (che a me non spiace affatto... sarà una questione affettiva!). Ho scoperto solo durante una lezione di cinema a Parigi che l'originale era di Hitchcock, del 1938 per la precisione.
La storia è semplicissima e ricca di inverosimiglianze (Hitchcock sosteneva che se voleva vedere la realtà era sufficiente andare in strada a fare una passeggiata: il cinema deve essere fiction, intrattenimento!). Una signora scompare su un treno, e tutti fanno finta che non sia mai esistita; la ragazza seduta davanti a lei se ne accorge e inizia una piccola indagine (assai raffazzonata a dire il vero, ma efficace).
Per essere un film di 71 anni fa è davvero scorrevole, e certe scene sono divertentissime! Adorabile, consigliatissimo!

venerdì 16 ottobre 2009

Baci rubati



Que reste-t-il de nos amours?
Que reste-t-il de ces beaux jours?


Terzo episodio della saga di Antoine Doinel (il secondo non sono ancora riuscita a procurarmelo): un altro spaccato della vita di questo ragazzo, ormai cresciuto e alle prese con l'amore e le responsabilità. Fa diversi lavori, da cui viene puntualmente licenziato, fino ad arrivare a fare il detective privato e ad innamorarsi dell'affascinante moglie di un cliente.
Memorabile una massima del suo capo: Il nostro lavoro è per il 10% aspirazione, per il 90% traspirazione.
Bellissime le immagini di Parigi, della Cinémathèque, di Montmartre. Ma ancora non trovare un capo e una coda mi ha disorientato. Questi film sono "tranciati" e ho la sensazione che Truffaut creasse apposta questo senso di incompletezza.
Ci si rivede al capitolo successivo!

martedì 13 ottobre 2009

I quattrocento colpi



1959: stesso anno di Intrigo internazionale, altro mondo.
"Faire les quatre-cents coups" in francese vuol dire "combinarne di tutti i colori", mentre in italiano che io sappia non significa proprio una mazza.
Siamo in Francia, siamo in bianco e nero (più nero che bianco), e c'è un bambino molto indisciplinato... ho letto che il film è semi-autobiografico, e che va visto assieme ai suoi "seguiti", tutti interpretati dallo stesso attore nell'arco di 20 anni (sic!). Difatti la sensazione che si percepisce è di incompletezza, di taglio, come se fosse l'episodio di un telefilm.
Non mi ha emozionato e impressionato come Fahrenheit 451, ma mi ha ugualmente dato delle sensazioni fortissime. Truffaut profuma di cinemateca, di Parigi invernale, di ragazzi affascinanti col cappotto fuori dalla Sorbona... di locali fumosi dove servono solo vino scadente, di RER B e di sandwich beurre et fromage.
È la Francia per chi non si rassegna che il tempo sia passato, e per i nostalgici che come me ci hanno vissuto, anche se per poco.

sabato 10 ottobre 2009

Intrigo internazionale



la serie dei James Bond (...) rappresenta chiaramente una caricatura grossolana e poco abile di tutta l'opera di Hitchcock e più in particolare di Intrigo internazionale. (François Truffaut)

Credevo di averlo già visto, ma mi sbagliavo: con Hitchcock succede. Certe scene, certe inquadrature e location sono così famose da renderti qualsiasi suo film familiare.
Intrigo internazionale è un film di spionaggio, e Truffaut non scherza, è un ABC per qualsiasi regista si cimenti in questo genere; perché siamo nel 1959 e questo film ha tutto: lo scambio di persona, il nascondiglio sul treno, l'amore con la bella bionda (ma ambigua!), il cattivo enigmatico, la fuga con annesso strapiombo.
Certe scene di suspense sono stupende, come l'attesa di Cary Grant in mezzo al deserto, e anche le gag non mancano (vedi quella dell'ascensore, o meglio ancora quella all'asta!).
Ma d'altronde Hitchcock era un genio.
10 e lode.

lunedì 5 ottobre 2009

La lunga notte del dottor Galvan



Carino. Frizzante e divertente. La storia di un medico che si trova faccia a faccia con un caso difficile, che gli cambierà la vita.
Ma valeva la pena stampare un intero libro per un solo racconto, mia cara Feltrinelli?
Va bene per chi, come me, è in convalescenza... oppure per un medico in pausa pranzo (si legge in un'ora!). Ma sicuramente Pennac ha scritto di (molto) meglio.

sabato 3 ottobre 2009

La banda dei brocchi



Non è facile scrivere le mie impressioni su questo libro, su cui ho cambiato opinioni, idee e sensazioni pagina dopo pagina.
Rispetto a "La casa del sonno", dietro a cui c'è un progetto, una circolarità, una chiusura, qui, nonostante la cornice berlinese che apre e chiude il romanzo, secondo me la circolarità si perde, e il romanzo diventa più un insieme di momenti, più o meno intensi, della vita dei protagonisti. E molte questioni rimangono irrisolte, incomplete... forse questo completamento è affidato a "Il circolo chiuso", il seguito di questo romanzo. O forse è semplicemente voluto. Chissà!
Dentro c'è un po' di tutto: la storia inglese degli anni '70, le fabbriche, gli scioperi, i picchetti... l'Inghilterra "violenta e malinconica", le bombe dell'IRA, i Clash... ma tutto ciò fa solo da sfondo alla vita di un gruppo di ragazzi di Birmingham, alle loro storie quotidiane, al loro modo di vivere il presente, in una scuola per "fighetti", futuri giornalisti, manager, scrittori di successo. L'amore è vissuto come esperienza "extracorporea", le donne sono angeliche e dalle curve perfette. E il sesso è un'esperienza mistica, fantastica, o per altri semplicemente l'apertura di un mondo nuovo.
Un romanzo di formazione, sicuramente, di iniziazione. Un susseguirsi di momenti significativi e indimenticabili.
La scrittura di Coe è come al solito trascinante, anche quando non racconta niente. E l'ultimo capitolo, un flusso di pensieri del protagonista? 30 pagine senza mai un punto! Io neanche me n'ero accorta all'inizio, tanto mi ero lasciata trasportare!
Certo, la vita vale la pena essere vissuta anche per quei pochi momenti così importanti: ora che lei è tornata, c'è una specie di urgenza a proposito della vita. E mi è venuto in mente che io, quell'urgenza, nella mia vita l'ho provata, intensa quanto quella del protagonista, e nessuno potrà mai togliermela, dovunque gli eventi mi portino.