lunedì 23 febbraio 2009

Full Metal Jacket



A day without blood is like a day without sunshine.

Rimanendo sempre in tema di Vietnam, argomento che mi sta appassionando molto, ieri sera ho rivisto questo classico di Kubrick: è del 1987, anche se sembra molto più recente.
Il film è suddiviso in due parti ben distinguibili: nella prima assistiamo all'addestramento dei Marines, mentre nella seconda li vediamo all'azione, nel vivo della guerra.
Quello che più colpisce di questo film non è la durezza dell'addestramento a cui i soldati sono sottoposti, non sono le atroci scene di morte, le lacrime versate per la morte dei propri amici e compagni e il desiderio di tornare a casa. Tutto questo è già stato raccontato da altri e continuerà ad esserlo.
Ciò che è più atroce è il modo di ragionare dei soldati, addestrati a diventare delle vere e proprie macchine da guerra, dei robot il cui scopo è solamente uccidere, senza pietà. E la guerra è un gioco, in cui fare fuori il "muso giallo" ti fa guadagnare punti, e dopo averlo ucciso ci scappa anche un sorriso... E a questo gioco i Marines devono aggrapparsi, per giustificare una guerra che loro stessi percepiscono come inutile.
Colonna sonora deliziosamente contrastante con la crudezza delle scene (stesso espediente utilizzato da Tarantino), per un film forte e toccante, che fa riflettere sull'uomo, ancor prima che sulla guerra in sè.

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