domenica 28 settembre 2008
Qualcosa da tenere per sé
Spiazzante.
Così, con una parola, definirei questo romanzo della Oggero. Questo romanzo ha tutto e niente in comune coi precedenti (premesso che ancora non ho letto "L'amica americana"). La storia è la stessa, i personaggi sono gli stessi, l'ambientazione è la stessa. Ma il modo di raccontarla è assolutamente diverso: manca l'ironia della prof, il suo punto di vista che filtra tutte le cose, in un ritmo incalzante. La storia è cupa, triste, un filo di malinconia e pessimismo ha coperto le parole dell'autrice, che, questa volta, per il suo romanzo più "dark", preferisce la terza persona.
Preferisce indagare il lato oscuro.
martedì 23 settembre 2008
La collega tatuata
Dopo "Una piccola bestia ferita" mi è venuta la curiosità di leggere anche il primo libro della serie della "profia" di Margherita Oggero. Devo dire che non mi ha deluso per niente, anzi: è una lettura piacevolissima, dove il giallo si tinge di ironia, fino a diventare quasi marginale nella storia. Quello che ti resta alla fine sono le battute ironiche della prof, ma soprattutto il suo sguardo attento e acuto verso ciò che la circonda, la sua curiosità e le sue divertenti digressioni sulla vita, sulle persone, su Torino.
Ebbrava Oggero, ora penso proprio che inizierò a leggere "Qualcosa da tenere per sé"!
mercoledì 10 settembre 2008
Il faraone delle sabbie
Oggi ho finito questo libro, un rompicapo archeologico ambientato tra Chicago, l'Egitto e Israele.
Azione, storia, misteri biblici, cultura mediorientale, attualità. L'intreccio è molto complicato, ma alla fine tutto si spiega, in un continuo intersecarsi di colpi di scena. Unico neo (che mi ha stupito) i personaggi un po' stereotipati: gli americani belli, intelligenti e giusti, gli arabi fanatici e l'italiano latin lover che veste Armani.
Ma in fin dei conti è stata una lettura di buona compagnia, con un finale mozzafiato.
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